Dopo aver meditato sulla parola comunicazione e cominciato a snocciolare
un bel discorsetto sulla composizione (possibile) di un senso che indica
necessità di condivisione delle informazioni come chiave di lettura (il senso
dei Consigli per gli acquisti di Costanzo) ecco uno stop su tutta la linea. Ci
risiamo? Quale significato potrebbe mai avere la condivisione di pensieri
soggettivi in un multiverso di
miliardi di miliardi di pensieri soggettivi espressi con più o meno convinzione,
cognizione, intenzione, dedizione e via dicendo con tutte le desinenze zione del mondo?
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Sbuffare sarà anche catartico ma
non aiuta in certi momenti, quello che aiuterebbe invece sarebbe la
consapevolezza che la caduta si arresterà più prima che poi, che si tratta solo
di una strana alchimia di cose fatte, non fatte, non dette e nemmeno intuite
che ha determinato un imprevisto e terrorizzante tracollo momentaneo che può
essere corretto dal normale scorrere del tempo. Forse.
Per chi ha sempre guardato a sé come
ad un decisionista non è semplice accettare l’orrore che deriva dalla scelta di
arrendersi all’evidenza (dei numeri) che mostra chiari i segni inversamente
proporzionali alla volontà di ottenere l’esatto opposto. Si può dire così,
oppure si può dire che per quanto tu non possa crederci, il risultato di ogni tuo
singolo sforzo converge inesorabilmente nel fallimento e questa consapevolezza ti
spinge ad arrenderti all’inerzia, ad abbandonare il tuo decisionismo e ad
affidarti a ciò che più ti terrorizza, la mera speranza che qualcosa cambi.
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La speranza è un valore tutto
cattolico, se analizzata con logica non ha senso di esistere. Si dice
connaturata alla natura umana ma francamente ho più stima di noi e ritengo che
se non fossimo inconsapevolmente condizionati da un riflesso religioso occulto
sapremmo distinguere la speranza dal panico che toglie la capacità di ragionare
con razionalità e di agire di conseguenza al proprio ragionamento. Invece
tendiamo a confondere le due cose, andiamo nel panico e ci affidiamo al nulla.
Se sapessimo riconoscere e accettare il panico che ci prende, quell’impotenza
davanti a qualcosa che non riusciamo a controllare, la speranza non avrebbe più
senso di esistere. A volte rileggi tutto e ti chiedi se ha più senso essere un
blogger o un bomber.


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